Armi e Tiro gennaio 2017

 

armi-e-tiro-di-gennaio-2017_1L’attualità di Armi e Tiro si occupa dei dati sui crimini commessi con armi da fuoco nella Ue, resi noti grazie al progetto Fire, e di una storica sentenza di assoluzione per un particolare spray antiaggressione. Le prove si aprono con il fucile Browning A5 One sweet sixteen calibro 16, al quale si affianca il semiauto “dinamico” Mossberg 930 Jm pro calibro 12. Super-prova per la carabina Sauer 404 Synchro Xt, testata in 7×64 e 8x68S con calciatura sintetica e in legno. E poi, l’H&K Mr308 A3 con canna di soli 13 pollici e finitura desert e la bolt-action “special force” Gac Mk13-7 calibro .300 Winchester magnum. Tra le armi corte, Hs Xds 45 3.3 calibro .45 acp, Nea Pdw calibro .300 Aac e il revolver Alfa proj 3561 calibro .357 magnum. Per la libera vendita, la Chiappa-Fas Ar611 calibro 4,5 mm. E poi il test comparativo delle palle “colorate” per pistola, la ricarica del .357 Sig, i nuovi prodotti ottici di Leica e tanto altro ancora! Buon 2017 con Armi e Tiro! Tra due giorni in edicola..

EDITORIALE
Certo l’età non è un merito. Ma qualcosa deve pur significare, no? Armi e Tiro entra nel suo trentesimo anno di pubblicazioni. E lo fa con una veste grafica rinnovata e, tra breve, con un sito internet tutto nuovo e con maggiori funzioni. È nata nel marzo del 1988 che era un anno bisestile e, mentre scrivo queste righe, stiamo salutando il 2016 che pure era bisestile. A dispetto del detto popolare “anno bisesto,
anno funesto”, la rivista che all’epoca rappresentò una vera rivoluzione nel mondo delle armi tiene fede al suo ruolo trainante. Parafrasando
un’altra celebre testata (settimanale) è la rivista che vanta numerosi tentativi d’imitazione. Neanche questo è un merito, ma qualcosa deve pur significare… Me ne occupo dal 1994, quindi condivido gran parte della vita della rivista e così per buona parte della redazione che costituisce uno staff solido, competente, stimolato e stimolante. Con innesti anche recenti che rappresentano un sicuro investimento sul futuro. Mi sento, perciò, di ribadire quanto avevo già scritto dieci anni fa: “Grazie, avanti così”. Grazie in primo luogo ai lettori che cseguono e ci stimolano, grazie alle aziende che ci stanno ad ascoltare perché la nostra autorevolezza e la nostra competenza fanno bene anche a loro. Grazie allo staff che è prezioso, preziosissimo, che non si ferma davanti a nulla. E avanti così perché le sfide che ci attendono sono
sempre molto appassionanti. Lo dico perché se anche i problemi che ci attanagliano, nel settore, appaiono sempre simili a loro stessi, il modo di affrontarli e intervenire su di essi è cambiato: il web e i social hanno enormemente velocizzato i tempi, hanno “aperto” la comunicazione anche ad appassionati che nemmeno conoscono le riviste e forse non le conosceranno mai per come erano, ma vogliono contribuire e sanno che se vogliono l’informazione corretta e tempestiva devono transitare su “qualcosa” che è pur sempre una mediazione giornalistica e porta il nome della testata, di questa testata. I lettori della “carta”, come si dice in gergo, non ci abbandonano e, anzi, ci danno soddisfazioni, consolidate dai lettori dell’edizione digitale (più ricca di contenuti) che sono in costante crescita. Sappiamo quello che
dobbiamo continuare a fare: informare con correttezza e rispetto della verità sostanziale dei fatti, senza condizionamenti di alcun tipo. Questo c’è da sempre nel nostro “patto con i lettori”. Continuiamo a costruire contenuti di qualità che saranno sempre più fruibili a una maggiore pluralità di lettori sfruttando un maggior numero di mezzi. Il più vasto numero di mezzi. L’importante è il contenuto. Una piccola considerazione: un lettore mi ha riferito proprio ieri che il mio ultimo editoriale l’ha fatto riflettere e aiutato a farsi un’opinione. Una piccola soddisfazione personale che è condivisa da tutti noi dello staff quando andiamo “fuori” a raccogliere le notizie sul campo. E non solo
a raccogliere il punto di vista delle aziende o degli operatori, ma a filtrarli con l’esperienza e le competenze. Perché questa è informazione.
E sono 30! 

Massimo Vallini

 

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